WebMarketingManager.net – La Web Tax, del 3% o del 5%, che sarà applicata ai colossi del web: Amazon, Google, Facebook, Apple, Uber, Booking, non servirà a fermare queste aziende per salvare le economie “locali” delle nazioni dove sono presenti, Italia inclusa.
Centri commerciali vuoti, già 5 / 6 anni fa in U.S.A. (Stati Uniti) ed anche in U.K. (Gran Bretagna – Regno Unito). Adesso tocca all’Italia.
Paolo Ainio, presidente ed amministratore delegato (CEO) di ePrice, la piattaforma italiana e-commerce concorrente di Amazon, ha le idee molto chiare in merito alla web tax ed Amazon:
Qual è la vera Strategia di Amazon?
“La strategia di Amazon è abbassare i prezzi per indebolire i concorrenti; poi quando sono rimasti gli unici sul mercato li alzano. Oppure Amazon va dalle marche e dice loro: adesso mi dai un pezzo del tuo utile.”
La storia insegna:
“Abbiamo già visto parecchi esempi di comportamenti di questo genere. Spero che pian piano la gente se ne renda conto”.
E-Commerce e Tasse:
“Oggi quanto fatturato faccia Amazon in Italia non lo sa nessuno, forse neanche l’Agenzia delle entrate”.
Amazon è in perdita:
“Una flat tax del 3% o del 5% sul reddito sarebbe inefficace nel caso di Amazon, che nel 2017 ha più che raddoppiato le perdite a livello internazionale: opera in perdita e quindi non pagherebbe niente”
L’Europa cerca di trovare una soluzione:
“La web tax contro lo strapotere di Amazon non serve”
Fonte / Dati: Prima Comunicazione
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Focus on: Oltre ad Amazon, lo stesso discorso vale anche per Google, Facebook, Apple, Uber, Booking e per tutte le aziende che hanno una dimensione transnazionale (multinazionali).